giovedì 27 giugno 2013

Un po' di colore.








Ötzi



Ötzi (anche noto come l'Uomo del Similarum) è stato ritrovato il 19 settembre 1991 sulle Alpi Venoste (ghiacciate appunto nel Similarum, tra il 3300 e il 3100 a.C.) a cavallo tra l'Italia e l'Austria. E' il più antico essere umano tatuato di cui si abbia conoscenza in quanto, essendo stato trovato nei pressi di un ghiacciaio, conserva larghe porzioni dell'epidermide intatta.

Campioni della sua pelle presi in prossimità di diversi tatuaggi sono stati studiati al microscopio ottico ed elettronico. Il materiale utilizzato per i tatuaggi può essere identificato come fuliggine e, in alcune zone, tra le particelle di fuliggine, sono state rilevate tracce di cristalli di silicati (almandino e quarzo) insieme ad altri cristalli non esattamente identificabili. I cristalli potrebbero provenire dalle pietre presso cui la fuliggine è stata raccolta, ma potrebbero anche essere stati utilizzati per dare una certa luminosità al pigmento stesso.

I tatuaggi di Ötzi sono stati probabilmente effettuati con una spina o un ago di osso. I disegni riprendono un motivo di linee parallele in diverse combinazioni, a partire da linee singole fino ad arrivare a gruppi di sette. Su un ginocchio e presso una caviglia sono stati identificati dei motivi a forma di croce. Lo scopo di questi tatuaggi non doveva essere quello di mostrarli essendo posti per lo più in zone facilmente ricopribili col vestiario.

Non è stato possibile all'inizio capire quando esattamente durante la sua vita egli si fosse fatto tatuare e perché, se i tatuaggi fossero legati a riti di passaggio o ricordassero gesta compiute. Essendo morto di morte violenta non è escluso che egli fosse in contrapposizione con qualcuno, ma apparentemente non c'è nulla che suggerisca l'appartenenza ad un qualche clan specifico. L'assenza di segni di cicatrici e ossa rotte esclude quasi del tutto che si trattasse di un guerriero o di un cacciatore. Piuttosto, mediante analisi ai raggi X, è stato rilevato che Ötzi, all'età di 40 anni, quando cioé morì, soffriva di artrite alle articolazioni dell'anca, delle ginocchia, delle caviglie e dell'area lombare della colonna vertebrale. Questo ha fatto supporre che i tatuaggi avessero uno scopo terapeutico, soprattutto considerando il loro posizionamento lungo il corpo.

Già presso gli Egizi, 4000 anni fa (1300 prima della nascita di Ötzi) era usanza tatuare sulle donne segni che avessero lo scopo terapeutico di preservarle dai rischi del parto. A 3000 anni fa, presso il bacino di Tarin, in Cina, risale l'uomo di Cherchen, il cui volto era ornato a scopo terapeutico con suggestive geometrie di colore giallo e viola. Tale zona geografica in quell'epoca storica era un bacino culturale molto vasto in cui viaggiatori di tutto il mondo si scambiavano ogni sorta di conoscenza. Da questa zona potrebbe arrivare l'uso dell'agopuntura in Europa e di determinati tipi di tatuaggio.

Un gruppo di scienziati dell'Università di Graz ha tentato di teorizzare una possibile correlazione tra i tatuaggi di Ötzi e i punti dell'agopuntura tradizionale. E' stato misurato il raggio e la lunghezza di diverse ossa. Dopodiché la mappa dei tatuaggi di Ötzi è stata sovrapposta a rappresentazioni topografiche dei punti dell'agopuntura cinese. Esperti provenienti da tre scuole di agopuntura hanno esaminato il materiale raccolto. A loro parere, nove tatuaggi potrebbero essere identificati come situati direttamente, o ad una distanza massima di sei millimetri, dai punti utilizzati dall'agopuntura tradizionale. Altri due si trovano su un meridiano dell'agopuntura. Un tatuaggio è identificativo di un punto locale. Altri tre si trovano tra i 6 e i 13 millimetri dal punto di agopuntura più vicino. Nove dei 15 tatuaggi si trovano sul meridiano della vescica urinaria, un meridiano comunemente associato al trattamento del mal di schiena. Anche uno dei due tatuaggi a forma di croce si trova vicino alla caviglia sinistra su un punto chiave per il trattamento del mal di schiena. Oltre ai problemi artritici, l'analisi di Ötzi ha rilevato che il suo intestino era pieno di uova di tricocefalo che possono causare forti dolori addominali. Cinque tatuaggi corrispondono alla zona di cistifellea, milza e fegato lungo il meridiano che tradizionalmente costituisce il riferimento per la cura dei disturbi allo stomaco.

Quindi secondo lo studio così condotto i tatuaggi di Ötzi potrebbero essere visti come un referto medico dell'età della pietra, una sorta di guida all'autotrattamento mediante agopuntura di alcuni tipi di dolori. Certo ci sono dei tatuaggi che hanno un grosso scostamento rispetto al punto da agopuntura più vicino, ma ciò potrebbe essere dovuto alla torsione della pelle sui tessuti sottostanti durante i 5000 anni di ibernazione.

martedì 25 giugno 2013

Qualche giorno fa, entrando nel mio bar di fiducia la barista mi mostra con orgoglio il suo nuovo piercing all'orecchio, terzo a partire dal lobo. Ne ero felice finché non mi ha detto di averlo fatto in farmacia con la pistola sparaorecchini.

Una delle cose che proprio non mi spiego di fronte a questa strana usanza è come, comunemente, le persone dichiarano di aver paura dell'ago quando preferiscono farsi sparare a pressione un pezzo di metallo non particolarmente appuntito nel lobo. E dico lobo per semplificare perché ho sentito di orecchini sparati anche in sopraccigli, ombelichi, capezzoli, con esiti abbastanza raccapriccianti.
Un ago, oltre ad essere monouso e quindi sterile, ha un'estremità tagliente che si fa strada delicatamente nella cute. La pistola sparaorecchini lacera la cute in maniera molto più traumatica, fa più male e fa si che il buco guarisca molto più difficoltosamente, quando ovviamente il gioiello non venga rigettato come accade sovente per zone diverse dal lobo.

L'ago inoltre è sterile, requisito fondamentale per le attrezzature utilizzate nella pratica del piercing: queste attrezzature devono essere secondo la legislazione vigente monouso o autoclavate. La pistola sparaorecchini non è autoclavabile e le farmacie non sono tenute a tenere un'autoclave, macchinario costoso e che necessita di continui controlli, obbligatorio invece in tutti gli studi di tatuaggio e piercing. I rischi connessi alla mancata sterilità vanno dalla trasmissione di gravi patologie come le epatiti e l'HIV fino alla trasmissione di non mortali ma molto fastidiose infezioni che possono lasciare segni deturpanti del loro passaggio. Considerando che spesso si fanno "i buchi" anche a bambine molto piccole, che è già di per sé un abuso, è giusto esporle al rischio di contrarre una malattia a vita?

Poi ci sono altri problemi legati all'esecuzione di un piercing presso un operatore non esperto (e il farmacista, qualora non si fosse capito, non è un operatore esperto).

L'uso di materiali e forme di orecchino inadatte. I materiali che garantiscono una buona resa a contatto con la pelle sono l'acciaio chirurgico o il titanio, tutti i gioielli utilizzati negli studi di piercing e tatuaggio sono fatti in questi materiali, soprattutto per interventi appena effettuati. Le forme dei gioielli dipendono dalla zona che si va a bucare, quelli impiantati immediatamente dopo aver bucato sono caratterizzati dall'avere un'ampio margine che consente alla porzione del corpo bucata di gonfiarsi, come è caratteristico di alcune zone, senza inglobare elementi di metallo, e di consentire una facile pulizia dalle crosticine che si formano nei giorni successivi al buco. Nessuna di queste caratteristiche viene rispettata dai comuni orecchini impiantati in farmacia né tanto meno il farmacista, persona che magari su di sé non ha neanche un piercing, è in grado di dare validi consigli per la fase di guarigione. Non è raro infatti sentirsi dire cose come "giralo spesso" quando i tessuti neoformati postpiercing sono estremamente delicati.

Io ho visto i miei sogni di dilatazione dei lobi quasi sfumare per via di un buco fatto più di quindici anni fa presso un orefice con la pistola. Il problema è che il buco è fortemente decentrato rispetto al centro del lobo e, pur essendosi richiuso anni fa, conservo ancora all'interno una pallina che finirebbe nella parte strechata qualora decidessi di dilatare. Il che fa presente un'altro importante strumento della pratica del piercing, il calibro, fondamentale per molte zone del corpo soprattutto quando debba essere rispettata una certa simmetria e del tutto inutilizzato nelle farmacie.

Anche solo il rischio di infezione dovrebbe far desistere dal farsi bucare con la pistola sparaorecchini, ma fatto sta che è ancora molto utilizzata, quasi fosse un retaggio culturale. Io quindi opterei per una buona informazione a riguardo perché solitamente è la disinformazione che porta ai maggiori danni nell'ambito della manipolazione corporea, avvisando dei rischi le persone che in maniera inconsapevole mettono a repentaglio la loro vita e quella degli altri (delle loro figlie ad esempio) con l'utilizzo di questo strumento inadatto in un momento in cui invece gli studi di piercing e tatuaggio sono tenuti a seguire dei protocolli igienici molto validi e rigorosi. Risparmiare qualche decina di euro in questo ambito non significa assolutamente guadagnarci.

venerdì 21 giugno 2013