martedì 8 ottobre 2013

Dal profondo alla superficie

Segnare ed energizzare il corpo e lo spirito attraverso la pratica del tatuaggio e del piercing è una pratica che può essere fatta risalire all'alba dei tempi. Si tratta di un istinto a cui tutte le popolazioni tribali hanno risposto celebrando riti di passaggio che coinvolgevano fortemente sia l'aspetto fisico che mentale e che segnavano indelebilmente l'abbandono di una fase della vita e l'ingresso in un'altra. Le prime culture in Cina, Egitto, Roma, Messico e nelle isole del Pacifico erano consapevoli che stimolare l'energia corporea attraverso la penetrazione della pelle avrebbe influenzato la salute fisica, così come adornare il corpo con iscrizioni permanenti avrebbe favorito la connessione dell'uomo alla sua essenza spirituale, una dote per i giovani che accedevano alla società adulta, per le donne pronte a scegliere il proprio compagno e persino per gli infanti.

Nelle società attuali non esistono più veri e propri riti di passaggio, il che porta sovente a crisi personali e di identità, a dubbi riguardo il proprio presente e il proprio futuro. Spesso decidere individualmente di apporsi una modifica costituisce un voler riacquistare l'energia che può venire da certe antiche pratiche ma, nelle società moderne, prima di procedere con un tatuaggio o un piercing è sempre il caso di chiarire le proprie intenzioni. Bisogna considerare che presto o tardi quello che si andrà ad incidere con un tatuaggio non sarà più alla moda e che determinati tipi di ornamenti potranno causare il giudizio altrui. Bisogna considerare che tutto quanto legato alla body art è specchio di quello che siamo dentro, riflette chi crediamo di essere e cosa vogliamo che il mondo sappia di noi. Bisogna fare i conti con diversi stereotipi che, a seconda della cultura imperante, vedono la persona modificata più o meno sotto una cattiva luce. Accade spesso che diverse persone interagiscano con la persona modificata, in senso positivo o negativo. Ci sono individui che si oppongono a tutto quanto non è strettamente stereotipato e poco aperti a qualsiasi forma di cambiamento, ma ci sono anche coloro che subiscono il fascino della modificazione corporea e che spesso chiedono informazioni in proposito, non è per niente raro ad esempio finire a parlare dei propri tatuaggi, sia già fatti che ancora da progettare. In un certo qual senso l'iscrizione corporea e il piercing rappresentano aperture verso il mondo e verso gli altri, una doppia strada di comunicazione che rende le interazioni più intense, più profonde, pertanto decidere di modificarsi rappresenta una presa di coscienza e di responsabilità verso se stessi ma anche verso gli altri, cosa che a maggior ragione vale per coloro che si fanno carico di operare lavorativamente e per passione in questo ambito.

Secoli fa i medici di origine cinese hanno mappato i meridiani corporei per perfezionare tecniche di agopuntura volte a trattare e curare varie malattie. Lungo queste linee viaggerebbe l'energia personale e i fori rappresentano accessi alla riserva energetica fisica che può essere stimolata o sedata per condurre ad una situazione di benessere. Così come nell'agopuntura, apporre un piercing in un punto o in un altro può portare benefici o meno. Quando un punto del corpo è perforato viene attivato un impulso elettrico che si dirige verso un'area specifica del cervello, un flusso di energia che può avere diversi tipi di influsso. Diventare un esperto in questo campo richiede anni di studio e formazione e, di tutti gli artisti corporei che si dedicano al piercing, solo una piccolissima parte ha idea delle ripercussioni che un ornamento mal posizionato potrà avere. Il punto centrale dei lobi, ad esempio, corrisponde agli occhi, molto vicini al centro del lobo ci sono punti che influenzano il mal di denti e le tonsille mentre, sul bordo esterno del lobo, troviamo un punto associato alla memoria. Oltre a questi esistono solo sull'orecchio altri 200 punti mappati dall'agopuntura classica che vanno a costituire uno schema completo del corpo.

Anche per quanto riguarda il tatuaggio ci sono diverse questioni da tenere in considerazione. Il tatuaggio attuale trae spunto da diverse culture, sia antiche che moderne. Culture che si sono fuse secondo diversi influssi e quando si decide per un'iscrizione permanente sarebbe meglio valutare cosa l'immagine scelta ha rappresentato nell'arco della storia, in particolare se si trae spunto in todo da un'altra cultura come quella orientale o quella maori. Per simboli comuni ci si accorgerà che nell'arco dei secoli sono stati di volta in volta utilizzati come emblemi positivi o negativi. Si pensi alla svastica. Si tratta di uno dei simboli più antichi che la storia umana possa ricordare e si ritrova trasversalmente in ogni cultura. Uno dei tanti danni fatti dal nazismo è stato distruggere questo simbolo e rivestirlo di una connotazione negativa. Nell'arco degli ultimi decenni però, soprattutto ad opera di alcune persone disposte a vincere il pregiudizio, questo simbolo sta ritornando sulla pelle, ma ciò non può prescindere da tutte le fasi storiche che ha attraversato. Così come per altri simboli ed iconografie qualcuno potrà sentirsene turbato, potrà bollare la persona che lo porta secondo quanto conosce della simbologia e il suo atteggiamento può potenzialmente anche rivelarsi erroneamente negativo. Quindi alcuni simboli si rivelano più "pesanti" da portare di altri, ci si può ritrovare spesso a dare spiegazioni, anche quando non si vorrebbe o non se ne ha voglia.

Altro elemento da considerare è che, se si opta per un simbolo identificativo di un periodo storico, una persona, un trend, questo trascorrerà mentre il tatuaggio resterà potenzialmente per tutta la vita (e anche oltre), a meno che non si ricorra alla rimozione. Spesso si ritiene di voler ricordare per sempre un qualcosa che ci è accaduto, ma bisogna anche guardare avanti e capire se siamo il tipo di persona che sono disposte a ricordarlo costantemente senza che ciò turbi la nostra serenità. E' vero che la pelle può rappresentare un libro su cui la nostra vita viene scritta, ma è pur vero che c'è chi chiude definitivamente un capitolo per aprirne altri, nuovi, e che il processo di rigenerazione del sé può richiedere di procedere ad una nuova fase della vita completamente intonsi, sia mentalmente sia fisicamente, almeno nelle intenzioni, è che un ricordo che oggi ci sembra piacevole, meritevole di essere portato con sé per sempre, potrebbe un giorno rattristarci e tediarci. Bisogna quindi avere rispetto per sé, per gli altri e per le pratiche corporee, scavare in profondità nei propri pensieri per capire cosa portare in superficie.