giovedì 4 luglio 2013

Tatuaggio e forze dell'ordine

Da quello che ho potuto capire riguardo all'atteggiamento tenuto dalle forze dell'ordine riguardo ai tatuaggi, il problema principale sta nel fatto che sono considerati come un segno particolare che rende l'agente riconoscibile, cosa in sé non ammissibile per la sicurezza stessa dell'agente. Particolare però è l'atteggiamento del tutto disparitario tra segni che non dipendano dall'esplicita volontà della persona che li porta (cicatrice da incidente, voglia o un qualsiasi altro segno caratteristico naturale) rispetto a quelli che vengono esplicitamente scelti, come se solo questi ultimi fossero in grado di rendere la persona identificabile.
Andando a cercare poi i principi su cui si basano le forze armate, l'agente rappresenta il Corpo e lo Stato a cui appartiene e del quale si considera emanazione. Un tatuaggio "sconveniente" quindi potrebbe provocare gravi incidenti diplomatici anche considerando la facilità con cui, in diverse zone geografiche e diversi periodi storici, lo stesso simbolo possa assumere un significato positivo o negativo, e mettere di conseguenza a repentaglio l'incolumità di persone innocenti. Ma a tal proposito tutti ricordiamo la famosa maglietta di Calderoli contro Maometto, quindi c'è da dedurre che un esponente delle forze dell'ordine è evidentemente più "emanazione" dello Stato di un ministro. Ma andiamo più nello specifico.

Nel caso dei carabinieri si parla di tatuaggio "eccentrico" e "visibile" con l'uniforme, segno che metterebbe in difficoltà la "sobrietà" e il "decoro" dell'arma. In particolare una sentenza del Tar del Lazio (05.01.2012, n. 130) parla di decorazioni corporali che per dimensione, sede e natura ne ledono l'immagine. Si discuteva in quella sede di un candidato che aveva un cavalluccio marino tatuato tra piede e caviglia, di piccole dimensioni e non visibile con l'uniforme tradizionale. Nonostante queste caratteristiche però si è preso in considerazione che tale tatuaggio sarebbe stato visibile in caso di abbigliamento "particolare" (come quello da tenere durante pedinamenti o osservazioni svolti in spiaggia in costume da bagno) e quindi ha reso il portatore inidoneo a partecipare al concorso. Attenzione però perché abbigliamento "particolare" potrebbe essere considerato anche semplicemente quello della divisa femminile che comporta di vestire in gonna e che crea quindi una disparità di trattamento tra i generi. Le donne infatti devono considerare come "esponibile" allo sguardo esterno anche tutta la porzione di gamba che va dal ginocchio in giù e a nessuno sembra importare che ciò è in aperta violazione del principio costituzionale di uguaglianza e coi principi comunitari di pari opportunità.

Passando alla polizia ho trovato questo commento fatto da un poliziotto sul forum del sito poliziotti.it

"Mi hanno sempre fatto schifo, non me ne farei mai uno, fosse per me vieterei questa pratica !
......quando entrai in Polizia, nel triassico, alle selezioni mi girarono come un calzino pervedere se ave vo tatuaggi o buchi sui lobi delle orecchie, oggi, ahimè, tutto è consentito....."

il che la dice lunga riguardo alla forma mentis di cui il tizio in questione deve essere munito, ma mi da anche la speranza che il regolamento sia più rispettoso della libertà personale rispetto a quello dei carabinieri. Si legge sul tipico bando di concorso per entrare in polizia che sono motivo di inidoneità "le alterazioni acquisite della cute costituite da tatuaggi, quando per sede, dimensioni o natura siano deturpanti o contrari al decoro della persona o dell’uniforme o siano possibile indice di personalità abnorme (in tal caso da accertare con visita psichiatrica e con appropriati test psicodiagnostici)".

Cercando tra le varie definizioni leggo che fondamentalmente una personalità che gode di salute mentale ha un insieme di caratteristiche psicologiche, che sono:

- elasticità nei comportamenti
- capacità a tollerare differenze individuali e frustrazioni
- accettazione degli altri come individui di pari dignità
- empatia
- identificazione con gli altri
- capacità di imparare dal’esperienza

tutte caratteristiche che chiunque vorrebbe trovare nei portatori sani di divisa. Laddove ci sia carenza o mancanza di queste caratteristiche si ha personalità per definizione "abnorme", il che porta alla diagnosi di una personalità che può essere antisociale, schizoide, evitante, ecc. Tutti i disturbi sono classificati nel DSM arrivato alla sua quinta edizione e che è il punto di riferimento psichiatrico per la diagnosi delle malattie e dei disturbi mentali. Il tatuaggio secondo queste classificazioni quindi può essere sintomatico quando ad esempio:

- faccia richiami sessuali espliciti
- richiami a frange estremiste e loro simbologia
- provochi esplicitamente
- insulti la morale o le religioni
- riporti a simbologie o scritte razziste o xenofobe
- sia di grandi dimensioni o appariscente.

Ma il tutto è da accertare.

Per quanto riguarda l'esercito e il servizio volontario di leva, che spesso fa da passo obbligatorio per chi vuole accedere ai concorsi in altre forse dell'ordine, oltre ad essere totalmente banditi i piercing, sono causa di esclusione i tatuaggi che "siano visibili anche con l’uniforme indossata" e comunque proibisce "tutti i tatuaggi sconvenienti (razzisti, offensivi, contrari alla morale e comunque in disaccordo con i principi della nostra Repubblica)".

E se il tatuaggio viene fatto dopo l'accesso alle forze dell'ordine? Sembra non esserci nessun problema salvo voler accedere ad altri concorsi per salire di grado, ma se non è questo il desiderio del tatuato esso può tenersi liberamente il suo tatuaggio a vita visto che i su citati regolamenti e le direttive riguardano esplicitamente l'accesso ai vari concorsi, momento in cui vengono effettuate tutte le visite di rito, e non il mantenimento del posto fisso statale.

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